Scatti dal subconscio

A Todi la personale di Matteo Basilé inaugura la nuova sede della galleria Giampaolo Abbondio

L’artista, considerato un pioniere della fotografia digitale, espone i lavori nati durante la pandemia

La personale di Matteo Basilé inaugura la nuova sede della galleria Giampaolo Abbondio che da Milano si trasferisce a Todi (Perugia). Nel Palazzo Atti-Pensi, risalente al XVI secolo, prende vita “Mnemosyne”: un’esposizione che ha come tema l'indagine sull'evoluzione dei rapporti tra uomo, natura e memoria durante la pandemia di Covid-19. Il nome richiama, nella mitologia greca, la figlia di Urano e Gea, amata da Zeus, dal quale avrà 9 figlie: le Muse. A lei viene attribuita la scoperta del potere della memoria.

Basilé è considerato un pioniere in Europa in quanto tra i primi a lavorare con la fotografia digitale negli anni ’90. La rassegna, visitabile fino al 19 settembre, è l’ultima di una lunga serie di personali dedicate all'esplorazione della natura dell'essere umano: “Quel  che  resta  della  Transavanguardia”  (2006), “The Saints  are  Coming” (2007), “Thisoriented” (2009), “Thishumanity” (2010),  “Landing” (2012), “Unseen” (2014),  “Pietra  Santa” (2016), “Viaggio  al  Centro  della  Terra”  (2017), “Stardust” (2018), “Memento” (2019).

La riconoscibilità dei suoi lavori è dovuta anche alla capacità con cui concilia concetti ed elementi normalmente contrapposti, come il bello e il grottesco, il reale e il surreale, il naturale e l'artificiale, la tradizione e la tecnologia. L'armonia che ricerca, dunque, laddove la mente è abituata a individuare contrasti, crea un cortocircuito che affascina il fruitore cogliendolo di sorpresa. La dimensione onirica delle opere ospita una riflessione antropologica in cui realtà e fantasia si fondono per cogliere i misteri dei soggetti ritratti. Culture, abitudini, vesti differenti vengono narrate come se si trattasse del sogno di un esploratore che valica i confini tra mondo reale e mondo divino, tra superficie e subconscio. 

I suoi lavori sono stati esposti dal 1994 in Italia e all'estero, tra 60 personali e più di 150 collettive, da Beijing a Shanghai, da Calcutta a Madrid, da Napoli a Bologna. Ha inoltre rappresentato l'Italia alla Biennale di Venezia del 2009. 

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Freelance journalist and editorial assistant. From linguistic studies she bounces to those of engineering and arrives, through a process of kinetic liberation, to digital marketing. Performing at a gallery in Pietrasanta she meets the director of AW ArtMag in 2019 to which she binds professionally, combining the Stendhal syndrome for Boltanski to the excitment for editing. In the office, she is tête-à-tête with the PC. At home, she looks out of her window, thinking, writing and planning the next reportage.

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