E ora black number

AW ArtMag edizione straordinaria

Un'uscita speciale per mettere in evidenza i danni che subisce l'intero settore dell'arte in seguito alle richieste Siae per diritti di riproduzione

Nel mondo dell’arte si sta diffondendo una spiacevole novità: la Siae è entrata di prepotenza nelle
case editrici, nelle istituzioni museali, nelle gallerie, con inquietanti e inaspettate richieste. Le già gravi condizioni economiche in cui versa la maggior parte delle imprese, l’insostenibilità dei rincari energetici, l’inflazione galoppante non hanno frenato l’avidità dell’ente monopolistico. Incuranti di queste circostanze drammatiche, si stanno rivolgendo a editori e direttori di periodici con “proposte di pagamento” per presunti diritti di riproduzione in seguito alla pubblicazione di opere di artisti iscritti ai loro registri. Incuranti, rispondono all’obiezione del diritto di cronaca e di critica, garantiti dal nostro ordinamento giuridico, con nuove richieste di pagamenti. L’inadempienza “potrebbe avere risvolti penali”, scrivono. Come se non bastasse, stanno battendo cassa anche da inserzionisti che pubblicano dipinti di loro iscritti. Qualche gallerista per evitare rogne e per non aggiungere ulteriori spese - quelle legali, si sa, sono considerevoli - si è trovato costretto ad accettare di corrispondere somme spropositate. Non tutti sono, infatti, disposti ad affrontare le lunghe tempistiche dei procedimenti, considerando anche la scarsa fiducia nella magistratura, tipica del sentire comune. Il nostro monito è chiaro: in gioco c’è la sopravvivenza dell’intero settore della cultura. Il comparto nell’insieme coinvolge 36000 lavoratori e ha un impatto economico di 3,78 miliardi di euro. Lo sostiene l’ultimo rapporto Nomisma e lo sottolinea Riccardo Nencini, Presidente della Commissione Cultura del Senato, intervenuto nella questione con una interrogazione parlamentare presentata lo scorso 20 luglio. Da settembre la Siae ha un nuovo presidente, Salvatore Nastasi. In attesa di sviluppi, nel frattempo ci siamo chiesti cosa potremmo fare. Ad AW ArtMag, abbiamo pensato di rendere, intanto, provocatoriamente visibili con “immagini non immagini” i danni subiti da editori, galleristi, artisti. Abbiamo battezzato questa uscita Black number: “nero come il nostro umore, come l’oscuramento delle riproduzioni che ci siamo costretti ad applicare sugli autori Siae, come le epigrafi che annunciano la morte delle pagine pubblicitarie”, sono le parole del Direttore responsabile Lorella Pagnucco Salvemini nell’editoriale di questo numero, che proseguono così: “Le riviste d’arte senza inserzioni devono chiudere; i mercanti, dopo aver pagato l’opera, il diritto di seguito, la pubblicità, certo sceglieranno di trattare altri autori (deceduti da 70 anni, stranieri esenti, contemporanei liberi da vincoli); gli artisti si ritroveranno così condannati a sparire dal mercato e dalla stampa, per assurdo proprio in conseguenza dell’operato di chi si vanta di tutelarli.
Di questo passo, il tempo del funerale dell’arte si avvicina”.

Con gentile preghiera di diffusione e pubblicazione
Info: redazione@awartmag.com

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