Guardiamo in faccia - Pisa: L’omaggio di Palazzo Blu a Oliviero Toscani

A pochi mesi dalla morte di Oliviero Toscani, a Palazzo Blu è in atto la mostra: “Razza Umana”.

Si apre con una breve introduzione sull’artista e con l’esposizione delle foto più famose (Chi mi ama mi segua del 1973, Warhol in vestaglia, 1975, e quelle delle collaborazioni con United Colors of Benetton), per poi tuffarsi nelle strade percorse dal fotografo, nel tentativo di mettere in piedi uno studio sociopolitico, culturale e antropologico sull’essere umano. Ci si ritrova circondati da volti sconosciuti che ci osservano, e tra gli altri visitatori e le stesse immagini, ci si domanda se si è davvero all’interno di un museo o all’esterno, fra vie e piazze delle varie città.

In questo progetto non ci sono opere uniche e originali capaci di sorprendere, bensì persone, che di per sé sembrano solo tante grandi fototessere. Un’idea semplice, ma capace di farci interrogare e riflettere sulla natura umana. Forse è questo il suo potere: spingere a vedere la realtà che tutti i giorni abbiamo di fronte con uno sguardo nuovo.

Mentre si osservano i ritratti, ci si chiede se abbiamo mai visto questi volti, queste espressioni, questi sguardi, se ci si sia fermati a osservare davvero le persone che incrociamo quotidianamente.

Toscani con immagini, prive di filtri, di luci e trucchi speciali, ritrae la realtà più viva, più vera. Sembra di trovarsi in mezzo a un gigante “indovina chi”, in cui si devono cogliere le differenze, per constatare come ogni viso sia unico, a ricordare che esiste un mondo fuori dal nostro io. Qui ciascuno si sente obbligato ad affrontare quegli esseri che ci guardano dalle gigantografie ci parlano e chiedono di non essere ignorati. Giriamo per le sale circondati da ritratti di esseri di tutte le età e di tutte le razze. C’è qualche bambino bellissimo e dolce a ispirare tenerezza, qualche altro con gli occhi corrucciati a esprimere chissà quale dolore; fanciulle giovani e affascinanti, qualche ragazzo che si intuisce un po’ ribelle e scapestrato; struggenti i ritratti dei vecchi nei cui volti un’infinità di rughe raccontano al loro posto un lungo passato. Pochi sorridono, qualcuno ha l’aria truce, qualche altro totalmente impassibile.

Accompagna la rassegna un video in cui l’autore parla di sé. Un uomo sempre contro corrente, che non segue le masse e urla i problemi del mondo. Produce un’arte rumorosa: non passa mai inosservata: “La mia arma è la fotografia, non a caso in inglese si dice to shoot, che significa anche sparare, per fotografare”.

L’archivio raccoglie circa 100.000 immagini: l’artista e i suoi allievi e collaboratori, ricreano sempre lo stesso set a sfondo bianco con le medesime distanze e luci. La sua ricerca non finisce con la morte, continua grazie a un team che porta avanti le idee del maestro: “L’unico vero obiettivo dell’arte è testimoniare la condizione umana”.

Fino al 29/06, organizzazione Oliviero Toscani studio.

The Author

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After attending a science high school, she graduated from the Nemo Academy with a focus on illustration, while also pursuing studies in modern literature at the University of Pisa. Unable to choose a single path, she throws herself into whatever she can, always trying to do what she loves. A children's book illustrator, she believes that everything can begin with sincere words and innocent smiles. Thanks to AW ArtMag, she’s able to keep weaving together her passions: art, books, nature, coffee, and the scent of sea salt.

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