Se ne è andato a 83 anni la mattina del 25 ottobre, Vittorio Poleschi, mentre ascoltava il figlio Andrea (titolare con la moglie Francesca di Ambrosiana casa d’aste) che gli parlava degli artisti presenti alla imminente sessione di lunedì 27. Un lieve cenno di sorriso, l’approvazione di un padre che all’arte ha dedicato l’intera esistenza. Un sogno, quello di aprire una galleria, che si concretizzerà a Lucca nel 1977 - anno importante per Vittorio, anno di svolta, che coincide anche con il matrimonio con la sempre presente e lungimirante Maria e con la nascita del primogenito Nicola. Instancabile lavoratore, dall’ambizione supportata dalle straordinarie capacità commerciali e dal fiuto infallibile, la sua carriera segnerà un successo dietro l’altro. Negli anni, si ingrandisce. Apre nuove sedi: un intero Palazzetto liberty a Lucca, quindi a Forte dei marmi, a Milano, a Pietrasanta. Entra in contatto con artisti (o loro eredi) che hanno segnato la storia del secondo novecento e ne allestisce mostre memorabili: Adami, Afro, Vedova, Boetti, Bonalumi, Castellani, Schifano, Dorazio, fra i tanti. E dietro al personaggio pubblico, l’uomo: simpatico, generoso, soprattutto schietto e genuino - non conosceva l’ipocrisia, diceva sempre quello che pensava, una garanzia per chiunque lo frequentasse, per amici e per collezionisti. Lo incontro agli inizi degli anni ‘90 con Giancarlo Calcagni a Forte dei marmi e da allora non abbiamo mai smesso di vederci. Quanti ricordi: le calde serate estive in galleria al Forte a parlare di arte e progettare nuove iniziative, le cene al ristorante La Barca da Piero Petrucci, le feste in Capannina per i compleanni di Maria o mio. E poi le risate provocate dal suo toscanissimo senso dell’umorismo e gli accorati rimproveri della moglie quando, incurante del diabete che l’aveva colpito, continuava a mangiare dolci.
Si diceva di lui che sarebbe stato capace di vendere il ghiaccio in Alaska. E, ora che è di fronte al Padre eterno, lo voglio immaginare così, con qualche quadro sottobraccio a dirgli: “Guardi che bell’oggetto, guardi come sta bene in Paradiso”. Convincente pure con Dio.
Le esequie avranno luogo martedì 28 ottobre alle 14.30 presso la Chiesa di San Quirico a Capannori.

