Quando la fortuna viene da uno scarafaggio

Il 22 febbraio 1987 ci ha lasciati a soli 58 anni Andy Warhol, uno tra gli artisti più influenti nel panorama contemporaneo.

Lo ricordiamo quasi esclusivamente come il padre della pop art, ma sarà artista, regista, pittore, scultore, sceneggiatore, produttore cinematografico, direttore della fotografia, montatore e attore. La causa della morte è dovuta a un infarto, complicazione seguita a un delicato e lungo intervento alla cistifellea del giorno prima. Tuttavia, la causa indiretta del decesso, è attribuibile agli spari subiti vent’anni prima dalla scrittrice femminista radicale Valerie Solanas, dai quali non si riprese mai completamente. Nonostante l’indole tranquilla e riflessiva, la popolarità gli permette di essere sempre circondato da amici e colleghi, questo contribuirà anche a creare una forte intesa con i collaboratori che spesso finiranno per vivere nel suo studio, al numero 231 est della 47a strada: di fatto un’officina, un laboratorio e una galleria d’arte. Il luogo contribuisce alla creazione del personaggio.

Nella Grande mela si vocifera come di un posto torbido, squallido, teatro di feste ad alto tasso di droga e sesso. Nasce a Pittsburgh, in Pennsylvania, all’anagrafe Andrew Warhola, terzo figlio di Ondrej Warhola e Júlia Justína Zavacká, immigrati di etnia lemchi. Essere il più giovane gli consente di poter andare al liceo e persino di frequentare un corso d'arte al Carnegie Institute di Pittsburgh, dove si iscriverà nel 1945, una volta diplomato. Pare che Warhol cambiasse a piacimento l’età, inventando durante le interviste storie sulla sua giovinezza: la data di nascita (6 agosto 1928) non verrà ufficialmente registrata in ospedale. Ama collezionare profumi come capsule temporali per documentare e attivare proustianamente i ricordi. Li cambia ogni tre mesi. Il giorno della sepoltura, un amico getterà un flacone sulla bara contenente la fragranza Estée Lauder Beautiful. Nel 1959 pubblica "Wild Raspberries": buffo libro di Cucina realizzato insieme all'amica decoratrice di interni Suzie Frankfurt, con l’intento di prendere in giro i ricercati volumi di cucina francesi. Nella pubblicazione sono presenti 19 disegni di Warhol. Pochi ricordano che il suo primo ingaggio, che darà il via alla carriera, è legato a uno scarafaggio: è il 1949, non ha un soldo e vive in un seminterrato infestato proprio da quegli insetti. Nello stesso periodo si presenta alla fashion editor di “Harper’s Bazaar”, Carmel Snow. Durante il colloquio, tirando fuori il suo book dalla cartella, sbuca uno scarafaggio che sparisce sotto la scrivania della direttrice. Lei, mossa a compassione, gli darà l'opportunità di collaborare con la rivista.

Ricordate il divano rosso dello studio, utilizzato per decine di servizi fotografici? Sarà il fotografo amico Billy Name a portarlo alla Factory dopo averlo trovato sul ciglio di una strada.

L'Autore

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Negli anni 90 sono stato impegnato come progettista in Medio Oriente, dove per quasi 10 anni ho fatto la spola tra Arabia Saudita Stati Uniti ed Europa, in ogni mio progetto, già all'epoca, appena possibile inserivo un’opera d’arte. Decido di ampliare il raggio d'azione occupandomi di analisi territoriali e comunicazione per affiancare le aziende che richiedevano di entrare in nuovi mercati esteri. Da sempre ho una passione per l'arte e la fotografia, fin dal Liceo Classico quelle due ore alla settimana dedicate alla storia dell'arte, un po’ di ricerca personale, e successivamente la Facoltà di Architettura mi hanno sempre spinto verso questo mondo. Oggi sono un consulente di marketing strategico per le aziende.

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