Nella piattaforma ZeroOne, l’interscambio delle opere
Avete un amico artista? Allora saprete sicuramente che è pratica simpatica e costruttiva, soprattutto tra gli emergenti, scambiarsi opere con colleghi stimati. Un po’ come si faceva da bambini con le figurine dei calciatori per completare l’album, solo che, in questo caso, il bene scambiato è più prezioso: la materializzazione della creatività e del percorso artistico di chi lo ha creato. Questi scambi rappresentano forse l’unica eccezione al flusso normale di opere che escono dallo studio dell’artista il quale, giustamente, in cambio di solito richiede un corrispettivo economico.
L’opera d’arte raramente è stata considerata come un bene da scambiare, diversamente da prodotti di consumo come il pane, il latte o, più semplicemente, l’oro. Tuttavia, oggi una piattaforma innovativa, che ha tra le proprie radici in una componente tutta italiana, si fonda proprio su questa logica di scambio: l’interscambio di opere d’arte.
Questa piattaforma si chiama ZeroOne e la sua co-fondatrice, Ludovica Rosi, proviene dal mondo dell’arte del nostro paese. Giovane e determinata, ha costruito una delle realtà più disruptive nel panorama dell’arte digitale, con particolare attenzione agli NFT. Ma come funziona ZeroOne?
Il concetto è, in fondo, semplice: se desideri un’opera d’arte, puoi ottenerla gratuitamente, a patto di offrire in cambio qualcosa di tuo. Infatti per ogni opera creata, l’utente può collezionare fino a 10 opere d’arte a tiratura limitata di altri artisti, inserendole nel proprio portafoglio digitale.
È un meccanismo straordinario che funziona come un catalizzatore, in grado di scatenare la creatività digitale come mai prima d’ora; l’utente è infatti incentivato a mettersi in gioco nella creazione di un’opera d’arte. ZeroOne ha quindi permesso a molti appassionati del mondo digitale di scoprire un talento rimasto fino ad allora inespresso. Anche i collezionisti si sono visti sfidati a cimentarsi nella produzione di opere d’arte e, sorprendentemente, spesso i risultati sono stati insperatamente apprezzabili.
I detrattori dell’arte immateriale, ancora una volta, dovranno ammettere che queste dinamiche, stimolanti quanto inusuali, sono rese possibili dal fatto che l’arte può essere prodotta, trasferita e scambiata a costo zero, grazie alla tecnologia blockchain e a una delle innovazioni più significative della nostra contemporaneità: la proprietà digitale.
Per tutti gli appassionati di arte e tecnologia, quindi, l’approccio è semplice: basta registrarsi su zeroone.art con il proprio wallet digitale, in modo completamente gratuito, e dare sfogo alla creatività. Da lì in poi, resta solo la parte più piacevole: esplorare il sito nelle varie sezioni e scoprire le opere più affascinanti degli artisti che più si allineano ai nostri gusti.
Per chi invece considera questo contesto troppo “poco serio” per il sacro mondo del mercato dell’arte, suggerisco di guardarlo come una sorta di palestra, dove possono formarsi nuovi collezionisti e, magari, nuovi talentuosi artisti.
In fin dei conti, separare la creatività dal vil denaro potrebbe non essere una cattiva idea. L’arte, dopotutto, vince sempre.