Genova. Cinzia Pellin al Museo Galata: a scuola di seduzione

Sacro e profano si mescolano in opere di singolare attualità

La seduzione femminile è una delle prerogative dell’arte di Cinzia Pellin che affronta l’argomento con un approccio narrativo che travalica la pura descrizione per soffermarsi su uno sguardo, su un atteggiamento o sul ricercato clima della vicenda raffigurata. Nella recente mostra “Le tentazioni”, al Galata Museo del Mare di Genova, il sacro e il profano si incontrano in un momento di singolare attualità: Cristo viene circondato da avvenenti fanciulle del nostro tempo mentre sta compiendo il rito eucaristico.

Scrive Luciano Caprile nel testo in catalogo: “Il Salvatore, avvolto in una candida veste che sembra volerlo difendere dal mondo circostante, (…) non viene turbato dai comportamenti seduttivi di chi lo circonda. Il suo sguardo è rivolto a noi che guardiamo e comprendiamo perfettamente il ruolo delle tentatrici poiché appartengono alla nostra realtà quotidiana”. Il commento è rivolto a Il sacrificio, una delle opere più significative della rassegna. Le immagini sorgono da un bianco e nero predominante capace di esaltare i gesti e i contrasti; inoltre il fondale si spegne in una profondità notturna a impedire ogni riferimento spaziale, ogni fuga prospettica.  

Seduttrici dalle cui arti è arduo sfuggire al pari delle sirene di virgiliana memoria

In un simile contesto è un lampo di rosso a fornire una sottolineatura che può riguardare il colore dei capelli o il particolare di un indumento o l’accensione sensuale della bocca di qualche interprete. Per esempio la protagonista de L’angelo del peccato ci scruta con occhi di ghiaccio e ci provoca con labbra vermiglie e con atteggiamenti lussuriosi che emergono dall’esibizione di un seno prorompente trattenuto a stento da un corsetto; mentre ne L’anima e il sangue è il bicchiere di vino offerto dal Cristo a indicare la via della salvezza in opposizione al teschio della morte perpetua deposto sul tavolo. Ma il nostro mondo è disseminato di occasioni devianti e di trappole difficilmente evitabili dalla fragilità umana: Seduzione e complicità esibisce tre esempi di seduttrici dalle cui arti è arduo sfuggire al pari delle sirene di virgiliana memoria.

In tale clima di conturbanti provocazioni spicca il singolare contrasto de La luce della speranza rappresentata da una di queste figure tentatrici che intende riscattare certi riprovevoli comportamenti, rivolgendo gli occhi al cielo col concorso del dono di una rosa. Cinzia Pellin ha dunque scelto la via perentoria della bella pittura per affrontare un tema scabroso e di perenne attualità che dilata i suoi significati, al di là della fede dei credenti nell’Eterno, per andare a toccare i passi di una vita che offre continue fughe illusorie nell’illusione di un certo effimero piacere. A discapito di certi valori incorruttibili e inalienabili legati al senso più profondo e autentico della vita stessa. Una lezione e un monito al limitare del nero sipario che circonda ogni dipinto e che accompagna il profondo mistero della nostra esistenza.

Pellin
Le tentazioni

Galata Museo del mare
A cura di
Luciano Caprile 

L'Autore

Articoli Correlati

Related articles not found!

Articoli Recenti

I più letti di oggi

PARTNER