Lo spirito della geometria - Casalmonferrato: Sernaglia, Colussa e Salvadori al castello

Tre artisti dai diversi percorsi che hanno in comune la geometria per la comprensione del reale

Presso il Castello del Monferrato (Casale Monferrato - AL) è aperta al pubblico “Tre Visioni della Geometria”, progetto di ampio respiro che si basa su un’analisi profonda delle correnti storiche più vicine a questa, da quella programmatica e cinetica degli anni ‘60 alle declinazioni arcaiche e simboliste del decennio successivo per giungere al puro neo astrattismo geometrico degli anni ‘80. L’esposizione, a cura di Giovanni Granzotto e organizzata dall’Istituto nazionale di arte contemporanea in collaborazione con la galleria Matteo Ragni e lo Studio d’arte GR, presenta al pubblico una sessantina di opere di tre maestri del nostro panorama nazionale: Rino Sernaglia parrebbe ancora in vita. (Montebelluna, 1936 - Milano, 2018), Sergio Colussa (Udine, 1942) e Massimo Salvadori (Casale Monferrato, 1960).

PER I TRE ARTISTI, LA GEOMETRIA DIVENTA SINTESI ASSOLUTA DELLO SCIBILE UMANO

Tre interpreti - come scrive il curatore - dai “percorsi diversi, anche obiettivi diversi, mondi diversi a cui approdare, ma per tutti e tre questi artisti l’unico grimaldello, lo strumento comune per affrontare e comprendere l’essenza del reale, era e rimane la geometria. Regola, strumento e contenuto della vita”. Dunque, tre convinti sostenitori di una geometria in quanto sintesi assoluta dello scibile e del conoscibile, declinata di volta in volta secondo il personalissimo loro percorso: per Sernaglia, l’analisi pittorica di stampo programmatico che il suo approccio luministico presuppone indaga forme di attrazione prospettica, legate alla visione dell’opera in un continuo focus centripeto che riporta l’occhio verso il centro della composizione; nelle visioni sintetiche di un universo di chiara derivazione nordica, i costrutti di Colussa si fanno invece fantastici richiami a una realtà ideale nella quale il simbolo geometrico diventa un vero e proprio io narrante dell’esperienza di vita; infine, Salvadori determina una singolare variazione sensibile della percezione visiva mediante composizioni geometriche dalle campiture bidimensionali, gestite attraverso la rigorosa applicazione della matematica alla realtà.

L'ESPOSIZIONE, A CURA DI GIOVANNI GRANZOTTO, PROPONE UNA SESSANTINA DI OPERE DAGLI ANNI '60 AGLI ANNI '80

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