Il Bisogno di andare oltre - Il singolare processo creativo di Beatrice Gallori

16 Agosto 2023

Indaga tela, marmo e acciaio in un crescendo di sollecitazioni emozionali

All’inizio appare il fantasma di Lucio Fontana e con lui appare il taglio netto che va a profanare “chirurgicamente” la tela per conquistare la terza dimensione.
Fontana ha rivelato in tal modo un se stesso, traumatico e trasgressivo, a tanti sperimentatori dell’“oltre” nello spazio e dell’“oltre” all’interno più recondito della propria persona. Un parallelo processo ha coinvolto Beatrice Gallori quando ha affrontato, indagato e interrogato per tanto tempo la tela e in seguito anche l’acciaio e il marmo attraverso un gesto e un comportamento compositivo che la identificano e la distinguono nel nostro panorama artistico. A Luca Beatrice che le chiedeva il motivo dell’uso di altri materiali, oltre la tela, aveva risposto: “Le sensazioni che mi provocava la tela si erano un poco spente. Ho sentito il bisogno di andare oltre. Ero curiosa di veder vivere la mia tecnica su altri
supporti: ho iniziato a lavorare il marmo e anche l’acciaio, che è potente ma nello stesso tempo elegante e leggero”.

STEPS SCANDISCE LA PULSIONE RITMICA SU ELEMENTI CHE PAIONO FIORIRE DAL MARMO

Pertanto continua a proporre e a diffondere forme cellulari che invadono a nuclei la scena esprimendo e rivelando un suo particolare rapporto con lo spazio: “Quando foro le superfici creo dei vuoti, mi sposto verso un’altra dimensione”. In tale maniera si è avviato un gioco di contrapposizioni e di sollecitazioni emozionali che chiamano in causa un altro artista a lei prossimo, dal punto di vista formale, come Agostino Bonalumi, e ulteriori protagonisti assoluti come Alberto Burri e Anish Kapoor soprattutto per l’uso inconsueto di un blu cangiante che le appartiene come una continua, ricorrente memoria da tramandare a chi osserva e deve capirla per capirsi.

PER LEI, L'ACCIAIO È ALLO STESSO TEMPO POTENTE, ELEGANTE E LEGGERO

Le sue opere infatti si esprimono attraverso una sospensione di gesti e di pensieri, in una attesa che non accetta la consueta misura delle cose. Le sue opere vanno contemplate, assorbite e consumate con tale spirito intinto nel mistero: non esistono alternative diversamente compatibili.

SI ESPRIME IN UNA SOSPENSIONE DI GESTI E PENSIERI OLTRE LE CONSUETE MISURE DELLE COSE

Qualche esempio che riassume questo singolare e coinvolgente processo creativo. Nelle opere della serie Under the Surface presentate nella sua ultima personale presso Aria Art gallery, curata da Domenico de Chirico offre la visione di elementi globulari invano trattenuti da due cornici (o magari scaturiti proprio  da queste) in un divenire bloccato nell’attimo, Steps scandisce la pulsione ritmica di tale divenire su elementi armonici che paiono fiorire dal marmo di Carrara. E questa situazione di sospensione e di
proliferazione ritorna a proporsi nell’acciaio bucato ed estroflesso di Merge, nelle germoglianti eruzioni che avvolgono e inglobano l’opera rossa Cell/Code, nelle distillate cellule
spaziali della tela intitolata Floating. E tutto ciò contina a manifestarsi in un clima di assoluta, rinnovabile, cosmica attesa.

L'Autore

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È nato a Genova e vive a Pegli con uno sguardo ai monti e uno al mare dal cui contrasto nasce l’ispirazione. Si occupa d’arte contemporanea da più di quarant’anni avendo avuto la fortuna di conoscere e di frequentare importanti artisti come Enrico Baj, Arnaldo Pomodoro e  Fernando Botero, tanto per citarne alcuni, cercando di indagare l’intima motivazione del loro gesto creativo da riversare nei testi di presentazione di mostre in spazi pubblici e privati italiani e stranieri. Dice che è stata pure una fortuna incontrare il direttore che ormai da diversi lustri accoglie e pubblica i suoi articoli.

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