Milano: arrivano le amazzoni, Divine e Avanguardie a Palazzo Reale

Sette secoli di arte russa al femminile, dal ‘300 fino alle rivoluzioni novecentesche

In rassegna un'affascinante carrellata di madonne, zarine, madri, contadine, operaie, poetesse

Le amazzoni, guerriere che nell’immaginario classico greco si battevano con vigore al punto da mutilarsi una mammella per manovrare meglio l’arco, erano, nell’antichità, profondamente temute dagli uomini. Il confronto alla pari è richiamato dall’espressione “amazzoni dell’avanguardia”, coniata dal poeta futurista Livšic in riferimento alle figure chiave femminili dell’arte russa dei primi del ‘900. Lasciarsi alle spalle la ristagnante arretratezza dell’impero autocratico, negli ideali della rivoluzione non poteva prescindere da un progresso culturale e sociale, a partire dalla parità dei sessi, riconoscendo e incentivando la creatività di pittrici, designer, scultrici, scenografe. La mostra di Palazzo Reale, “Divine e avanguardie”, intende approfondire la posizione della donna come soggetto e come autrice, attraverso le protagoniste di 7 secoli, dal ‘300 al ‘900. 2 sezioni per addentrarsi in una traversata transiberiana lungo la linea del tempo dell’emancipazione. Nella prima, madonne, zarine, madri, figlie, operaie, contadine, poetesse sono ritratte, nella loro centralità o nella loro marginalità, da maestri come Il’ja Repin, Kustodiev, Maljavin, Malevic, Dejneka, Petrov-Vodkin.  

In mostra anche L'operaio e la kolkoziana di Vera Mukhina presentata all'Expo Internazionale di Parigi del '37

La seconda parte è dedicata, invece, alle artiste da Goncharova a Popova a Ekster, capaci di fondare movimenti, sperimentare tecniche, sfidare la morale, spesso in sodalizio professionale e/o sentimentale con altri intellettuali, senza accontentarsi di un ruolo accessorio. 90 opere, molte delle quali inedite, mezzi espressivi differenti e un tripudio di colori testimoniano la libertà estetica dell’avanguardia russa nelle sue declinazioni, durante uno dei periodi più innovativi e influenti della storia dell’arte contemporanea. Domandarci perché alcuni nomi siano in circolazione soltanto da poco è lecito. I misteri che avvolgono un paese affascinante e controverso come la Russia affondano le radici nella censura e nella persecuzione politica degli artisti che non si piegheranno al realismo socialista successivamente imposto da Stalin per asservire l’arte alla propaganda. Opere nascoste nelle case e mai esposte, segregate in cantine inaccessibili dei musei, prive di documenti e storie espositive hanno alimentato ingenti problematiche di autenticazione. Con la caduta dell’URSS, l’ingresso sul mercato di tesori celati e facoltosi collezionisti sovietici ha stuzzicato i palati dei falsari, pronti a precipitarsi a colmare il vuoto con eclatante risonanza in alcuni casi, tra mostre chiuse e sequestri in massa. La rassegna si conclude in bellezza con L’operaio e la kolkoziana, la scultura di Vera Mukhina presentata all’Esposizione Internazionale del ‘37 a Parigi. Fino al 5 aprile. A cura di Evgenija Petrova e Josef Kiblitskij.

Divine e Avanguardie
Palazzo Reale

Milano
A cura di
Evgenija Petrova
e Josef Kiblitskij
Fino al 12/09

L'Autore

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Giornalista pubblicista e assistente di redazione. Dagli studi linguistici rimbalza a quelli di ingegneria e approda nel digital marketing, attraverso un processo di liberazione cinetica. Performer in una galleria di Pietrasanta, conosce nel 2019 il direttore di AW ArtMag a cui si lega professionalmente, unendo la sindrome di Stendhal per Boltanski all’esaltazione per l’editing. In ufficio, è tête-à-tête col pc. A casa, guarda dalla finestra, pensa, scrive e progetta il prossimo reportage.

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