Sapienza arcaica e contemporaneità - Lutto nel mondo dell’arte per la scomparsa di Girolamo Ciulla

14 Dicembre 2023

Girolamo Ciulla rappresenta per me uno dei maestri che mi hanno insegnato il significato più intimo della creazione artistica e, paradossalmente, questa conoscenza è qualcosa che non si può raccontare, non si può trascrivere.

Ciulla nasce in Sicilia, a Caltanissetta, nel 1952, ma il suo percorso di vita e artistico si sposta presto verso nord, a Bologna prima e poi a Pietrasanta, dove ho avuto la fortuna di fare la sua conoscenza.

In una nazione che per tanti anni ha seguito un trend artistico aderente all’arte concettuale, molto spesso disarmonica, Ciulla si fa portatore di un messaggio intensamente figurativo, nella sua indagine della raffigurazione arcaica che molto spesso accarezza la mitologia. Ciulla diventa per molto tempo il cantore della nostra tradizione nella sua dimensione più geneticamente rilevante, con una poetica che incrocia spesso anche l’architettura, quella che riporta alla sua terra e quello che fu nell’antichità.

Se c’è un artista che più di tanti altri ha saputo rappresentare la forza dell’archetipo, questo è proprio Girolamo Ciulla, con le sue divinità antropomorfe così accattivanti, coi suoi animali buffi e severi.

Girolamo Ciulla è stato indubbiamente un artista d’altri tempi, se si pensa ad una concezione romantica di questa professione, burbero e di poche parole, preferiva far parlare le proprie opere, nella forza del segno, dei grandi disegni, ma soprattutto di quella pietra scolpita ruvidamente che è diventata il suo marchio di fabbrica, il travertino.

Chiudendo gli occhi mi tornano alla mente le sue grandi mostre, la sua bellissima installazione per l’EXPO di Milano, le grandi mostre nella sua Sicilia, mi torna alla mente la sua commozione ed entusiasmo quando me ne parlava… perché per Ciulla la propria arte era la sua vita. Infatti era tanto deluso quando non riuscivi ad intercettare il suo messaggio creativo quanto entusiasta quando incontrava un animo affine alla propria sensibilità artistica.

Ciulla è stato un maestro nel promuovere la forza della semplicità dell’arte, che poi è la forza della nostra storia, del patrimonio che ognuno di noi si porta sulle spalle, più o meno inconsciamente. Ho visto grandi collezionisti ed illustri critici d’arte emozionarsi in tutta sincerità davanti alle opere del maestro siciliano, ho visto grandi artisti di chiara fama, rendere omaggio alle opere di Girolamo Ciulla, poiché, se è vero che tutti amiamo lasciarci solleticare dalla profondità dell’espediente concettuale, è altrettanto vero che tutti dobbiamo inchinarci all’atavica bellezza delle nostre origini.

Tra i tanti che hanno lasciato innumerevoli pagine di penetrante racconto della sua opera, Beatrice Buscaroli, Marilena Pasquali, Pietro Marani e Vittorio Sgarbi, che da lungo tempo è legato al maestro.

Girolamo Ciulla ci lascia con un messaggio di grande poesia e verità, un messaggio che dice che l’arte è una cosa semplice, ma serve una vita intera per trovarla quella semplicità, una vita come la sua, interamente dedicata all’arte. In questi giorni così tristi mi piace ricordarlo seduto nel suo studio ad osservare le proprie opere in silenzio, circondato da marmo, bronzo e colori.

L'Autore

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Dall'ingegneria all'arte passando per la digital strategy.
Gallerista dal 2005, capo dipartimento NFT per Pandolfini Casa d'Aste dal 2022.
Head of Digital per AW ArtMag dal 2021.

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