Francisco il Rivoluzionario - Milano: Importante mostra di Goya a Palazzo Reale

80 opere documentano il percorso artistico del grande spagnolo

È nato a Fuendetodos Francisco José de Goya y Lucientes (1746-1827), un piccolo paese nella Sierra Gorda, in terra d’Aragona. A Saragozza la formazione e la prima commissione importante - gli affreschi per la basilica Nuestra Señora del Pilar, in stile barocco tiepolesco – poi, nel ’74, dopo il viaggio in Italia, è a Madrid per eseguire i cartoni per l’arazzeria reale di Santa Barbara, infine a Bordeaux, in esilio volontario, deluso dal ritorno del regime borbonico e da una monarchia ostile a ogni libertà.

UNO SPIRITO LIBERO, A CAVALLO DI DUE SECOLI, CHE SI NUTRE DI ILLUMINISMO E ROMANTICISMO

Dall’85 è ritrattista di corte e gli incarichi ufficiali non si contano, così come l’enorme produzione di pitture, incisioni, disegni. Nel 1792, un’insidiosa malattia e la completa sordità daranno alla storia anche un altro Goya, un artista capace di trasformazioni radicali e incapace di sostare nei doveri di cortigiano. Uno spirito libero, a cavallo di due secoli, che si nutre di illuminismo e romanticismo, in funambolesca lotta tra lucidità voltairiana e visionarietà ottocentesca, che procede, con straordinaria originalità, nella sua vicenda creatrice, scandita non tanto da un’unità stilistica e tematica, quanto da folgorazioni innovative. Goya è l’autore dei ritratti della nobiltà, del popolo, ma anche dei disastri della guerra, degli incubi notturni, delle tenebre e allucinazioni delle pinturas negras, dell’impudica Maja desnuda. Paladino liberale contro ignoranza e prepotenza, consegna alla storia di tutti i tempi meditazioni sarcastiche sulle contraddizioni umane, sul lato brutale, barbaro, violento.

DIPINGE LA NOBILTÀ E IL POPOLO, I DISASTRI DELLA GUERRA, GLI INCUBI, MA ANCHE LE TENEBRE E LE ALLUCINAZIONI NELLE PINTURAS NEGRAS

La visionarietà estatica di El Greco diventa incubo surreale e continua a porre domande a chi osserva; l’insegnamento di Velázquez e Rembrandt si sfalda, si fa pittura liquida, già espressionista, svela il grottesco e il malessere decadente ripreso dalle avanguardie del ‘900 e dalla grande pittura contemporanea. L’intera produzione è pervasa dal senso dell’inquietudine profonda, poiché niente si presenta in modo indubbio, anche le rappresentazioni più realistiche sono sfuggenti, sanno di un passaggio improvviso, fantasmatico. E in quell’attimo tragico, impetuoso, tra apparenza e realtà si dispiega l’imperitura, sconcertante commedia umana.

NEL 1792, LA COMPLETA SORDITÀ DARÀ ALLA STORIA UN ALTRO GOYA

La mostra di Palazzo Reale, “Goya. La ribellione della ragione”, a cura di Víctor Nieto Alcaide (dal 31 ottobre al 3 marzo), traccia un profilo inedito della fortuna critica di cui godette in vita l’artista e del contesto storico sociale che tanto ha forgiato l’evoluzione della sua poetica. Più di 80 opere, provenienti da realtà museali internazionali, coprono l’intero arco della sua carriera.

L'Autore

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Ha sempre amato la pittura, ma si è trovata iscritta al Liceo Scientifico, finito con il minimo sforzo e il minimo dei voti. Il rovello artistico però non si placa e in un solo anno prende la maturità artistica, questa volta con il massimo impegno e quasi il massimo dei voti. Poi Accademia di belle Arti, laurea con lode a Ca’ Foscari e pubblicazione della tesi. Approfondisce studi artistici a Salisburgo e alla passione per l’arte si unisce quella per la scrittura. Convivono ancora felicemente.

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