Artista Seriale. Gallarate, grande mostra di Warhol al Ma*ga

OLTRE 200 LE OPERE IN RASSEGNA, CON PRESTITI PROVENIENTI ANCHE DALL’ANDY WARHOL MUSEUM
DI PITTSBURGH E DALL’ARCHIVIO DI RONALD NAMETH

Disegnava con successo scarpe per la società I. Miller, ma agli inizi degli anni ‘60 ad Andy Warhol venne l’idea di interpretare l’illusione della contemporaneità dopo essere stato folgorato dalla visione delle insegne luminose che esaltavano le notti di Las Vegas. Nasceva così la pop art americana erede fino a un certo punto di quella inglese che si era avvalsa invece, almeno ai suoi esordi, di materiali poveri. Comunque la ricchezza delle serigrafie su matrice fotografica prodotte da Warhol se da un lato mimavano un certo consumismo di stampo pubblicitario (si vedano le celeberrime Campbell’s Soup) dall’altro sottolineavano criticamente come tutto poteva essere acquisito alla stregua di rapida captazione emozionale: il ritratto di Marilyn Monroe da consumarsi visivamente come quello di Mao o come quello di una sedia elettrica o di una mela.

È L'ANTICIPATORE DI QUEL RAPIDO CONSUMO DELL'IMMAGINE CHE CARATTERIZZA IL NOSTRO TEMPO

Ora l’intero tragitto creativo del maestro americano viene proposto fino al 18 giugno negli ampi spazi del MA*GA. La mostra “Andy Warhol Serial Identity”, a cura di Maurizio Vanni ed Emma Zanella, presenta nella circostanza duecento opere provenienti anche da istituzioni internazionali come l’Andy Warhol Museum di Pittsburgh e l’archivio di Ronald Nameth. Sono divise in sezioni che permettono al visitatore di soffermarsi sui vari argomenti presi di volta in volta in considerazione. E ne viene fuori una storia solo apparentemente disomogenea negli argomenti trattati ma perfettamente omogenea nel modo di tradurre sulla carta o sulla tela le immagini.

UNA SEZIONE DEDICATA A FILM E PRODUZIONI TELEVISIVE COME SILENT MOVIE, EMPIRE, KISS

L’avvio è dedicato alle scarpe come approccio descrittivo di un grafico di talento che si immerge nel mondo consumistico che stava imponendosi negli Stati Uniti di allora prima di conquistare l’Europa e di conseguenza il nostro Paese. Quindi vengono quelle icone che hanno decretato la sua immediata fortuna: le Marilyn, moltiplicate nei colori passati su un volto identicamente sorridente e allusivo, segnano una certa fretta di distribuire la celebrità, mentre l’effige di Mao, trattato alla stregua di un divo del cinema o di uno dei ricchi collezionisti che chiedevano sui loro ritratti fotografici un gesto pittorico di Warhol, viene concepita nel 1972 in occasione del disgelo tra gli Stati Uniti e la Cina: una certa sottolineatura cromatica del sorriso allusivo che si rinnova mutandosi nelle ripetizioni del soggetto va forse ben oltre l’apparente intento serigrafico.

LA MOSTRA PROPONE OPERE E DOCUMENTI MENO CONOSCIUTI
E PERCIÒ ANCORA PIÙ SIGNIFICATIVI DELLA INVENTIVA DI WARHOL

Ma questa rassegna propone opere e documenti meno conosciuti e altrettanto significativi della inventiva di Warhol: pensiamo ai film e alle produzioni televisive. Saranno infatti i Silent Movie come Empire, Kissie una serie di Screen Tests a introdurre il visitatore nel clima che costruiva già nel suo studio attraverso riprese cinematografiche in perpetua attività. In mostra compare anche un video di una sua performance realizzato da Roland Nameth nel 1966. Dunque un Andy Warhol a tutto tondo dove emerge il suo ruolo di anticipatore di quel rapido consumo dell’immagine che caratterizza il nostro tempo.

 

 

L'Autore

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È nato a Genova e vive a Pegli con uno sguardo ai monti e uno al mare dal cui contrasto nasce l’ispirazione. Si occupa d’arte contemporanea da più di quarant’anni avendo avuto la fortuna di conoscere e di frequentare importanti artisti come Enrico Baj, Arnaldo Pomodoro e  Fernando Botero, tanto per citarne alcuni, cercando di indagare l’intima motivazione del loro gesto creativo da riversare nei testi di presentazione di mostre in spazi pubblici e privati italiani e stranieri. Dice che è stata pure una fortuna incontrare il direttore che ormai da diversi lustri accoglie e pubblica i suoi articoli.

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