Un Museo Vangi a Pietrasanta - La proposta dell’On. Carlo Carli

La recente scomparsa di Giuliano Vangi, avvenuta il 26 marzo scorso, ha scosso il mondo dell’arte contemporanea, lasciando un grande vuoto, ma anche una preziosa eredità artistica nel mondo e soprattutto in quei luoghi che hanno segnato tappe fondamentali del suo percorso.

Tra questi la città di Pietrasanta, in provincia di Lucca, dove Vangi,  sin dai primissimi anni ’90, aveva voluto stabilirsi con un suo laboratorio per disporre delle rinomate fonderie artistiche e delle eccellenti risorse artigiane che la città, importante distretto della lavorazione del marmo e del bronzo, offre.

Da un piccolo studio preso in affitto, all’acquisto di un “capannoncino” diventato nel tempo un importante laboratorio che gli consentiva anche lo sviluppo di opere di grandi dimensioni così come la sperimentazione di nuove tecniche,  lo studio di Vangi di Pietrasanta ha rappresentato per lo scultore toscano un punto di riferimento per oltre trent’anni.

E proprio in questi giorni giunge la proposta di trasformare quello spazio, che per tanti anni è stato fucina di creatività e ispirazione, in un vero e proprio Museo Vangi.

L’idea è di Carlo Carli, ex parlamentare e già sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, nonché artista di raffinata sensibilità.

Onorevole Carli, in quale contesto è maturata questa sua idea?

Ho sempre nutrito una profonda stima e una forte ammirazione per l’opera di Giuliano Vangi, che considero uno tra i più grandi maestri della scultura e dell’arte figurativa del secondo ‘900 e dei primi 2000. Sin dalla mostra a Palazzo Strozzi nel 1967 curata da Ragghianti che lo ha consacrato sulla scena internazionale,  ho seguito il suo percorso artistico ed ho avuto  anche l’occasione di partecipare all'inaugurazione del Museo a lui intitolato nella città di Mishima in Giappone nel 2002.

In occasione poi del conferimento della cittadinanza onoraria di Pietrasanta da parte dell’allora sindaco Domenico Lombardi, ho avuto anche l’onore di introdurre la sua figura e di seguire inoltre le fasi della donazione della sua scultura in bronzo a Sant’Anna di Stazzema, progetto al quale sono particolarmente legato.

Da ultimo ho avuto anche il privilegio di vedere, proprio nel suo studio di Pietrasanta   nel 2022, la gigantesca opera grafica, alta 2 metri e lunga 36,  a cui stava lavorando, ma in tanti anni di frequentazione il nostro rapporto si era anche trasformato in un legame  di sincera amicizia. Sono convinto che la sua grande eredità artistica debba essere valorizzata e che la città di Pietrasanta, a cui era molto legato, debba rendere omaggio a questo grande artista, istituendo un museo proprio in quello che fu il suo laboratorio per oltre trent’anni di attività.

Come utilizzava Vangi lo studio di Pietrasanta?

Lo studio di via Primo maggio è un grande laboratorio dove Vangi pensava, ideava, disegnava e realizzava le proprie opere. È  il luogo in cui studiava e sperimentava nuovi materiali e nuove tecniche e dove le sue idee prendevano forma. Uno studio che è stato una fucina di creatività, un luogo in cui il maestro si è confrontato con   tantissimi materiali: dal marmo al granito al bronzo al ferro fino alle speciali leghe di metallo che amava indagare e che potrebbe aprirsi al pubblico per far conoscere la genesi dei suoi lavori, come previsto dal codice. Molte sue opere venivano poi eseguite in marmo, in bronzo, legno, avvalendosi del supporto degli eccellenti artigiani, laboratori e fonderie di Pietrasanta.

Fa riferimento al Codice dei Beni culturali, in che senso aiuterebbe la sua proposta?

Il Codice dei Beni culturali vieta di modificare la destinazione d'uso, ma prevede che gli studi d’artista possano diventare luoghi di memoria e luoghi aperti al pubblico per mantenere viva la testimonianza di un grande artista.
Per questo motivo mi sono già attivato ed ho inviato la mia proposta all’attenzione del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, alla Soprintendente di Lucca Angela Acordon di competenza per territorio, al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e naturalmente al Sindaco di Pietrasanta Alberto Stefano Giovannetti.

Quali sono le sue aspettative nei confronti delle istituzioni?

Mi auguro che tutte  le istituzioni a cui ho già segnalato la mia proposta concorrano insieme alla famiglia a mettere in atto tutte quelle azioni necessarie affinché questa mia proposta possa in tempi brevi diventare realtà e prendano tutte le iniziative possibili che portino a questo risultato.

Per Pietrasanta sarebbe una grande occasione. Quali sono, secondo lei, le potenzialità di questo progetto?  

Il museo Vangi andrebbe ad implementare il già ricco panorama museale di Pietrasanta. Insieme al Museo dei Bozzetti e al Museo Mitoraj, attualmente in costruzione,  il museo Vangi potrebbe costituire un ulteriore polo all’interno di un circuito museale, costituendo un sistema che valorizza ulteriormente l’artista, la sua memoria, ma anche quel contesto territoriale unico nel suo genere, che ha offerto a Vangi risorse artigiane uniche per la lavorazione del marmo e del bronzo.

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